Gruppo “Leandro Mora” Sarnico: 50° di Fondazione

Sarnico, 19 ottobre 2024

Donare è vivere: cinquant’anni di solidarietà e memoria

Il 50° anniversario del gruppo Aido “Leandro Mora” di Sarnico, celebrato ieri (19 ottobre), ha rappresentato un evento di memoria e gratitudine. 

Dopo il raduno è iniziato il corteo con la deposizione di fiori sulla tomba di Ugo Buelli, uno dei fondatori di Aido insieme a Giorgio Brumat e primo presidente provinciale di Aido Bergamo e Leandro Mora a cui è intitolato il gruppo di Sarnico, figura chiave per il sodalizio, che ha dedicando parte della sua vita al volontariato e alla promozione della donazione di organi. Due figure, fondamentali per l’associazione, ricordate con commozione. Nonostante il maltempo, abbia impedito la partecipazione del corpo musicale, una “sfilata silenziosa” ha attraversato il paese. La comunità ha comunque espresso il suo sostegno ai valori di solidarietà e altruismo incarnati dal sodalizio di Sarnico. 

Nel corso della Messa, officiata dal parroco don Vittorio, il sacerdote ha lodato i volontari per la loro dedizione e per l’importante lavoro che svolgono all’interno dell’associazione, sottolineando il valore della donazione come atto di generosità e speranza. 

Al termine, è stato benedetto il nuovo labaro dell’associazione, con il nome di Leandro Mora inciso su di esso. L’insegna è stata sorretta con orgoglio e commozione dalla figlia di Leandro, Laura, sotto lo sguardo emozionato della mamma Teresa, vedova di Mora. In quel momento, il valore di una vita dedicata all’altruismo è stato condiviso da tutti i presenti, in un silenzio carico di emozione che ha rappresentato un tributo alla memoria di Leandro e un segno di continuità e speranza. Alla cerimonia erano presenti diverse autorità locali, tra cui il presidente provinciale di Aido Gianpietro Zanoli, con il suo vice Giovanni Varinelli, il consigliere delegato Lorenzo Bellini in rappresentanza del sindaco, il luogotenente Antonio Di Nuzzo della stazione dei Carabinieri di Sarnico, il presidente della consorella Avis locale, Serafino Falconi e alcuni sindaci o loro rappresentanti della zona, a testimonianza della vicinanza delle istituzioni ai gruppi e al loro operato. Una ventina i labari presenti. 

La giornata si è conclusa con la cena degli auguri alla Cascina Oglio di Fosio nel corso della quale Ernesto Freti, presidente di Aido Sarnico, ha espresso il suo orgoglio per il traguardo raggiunto: “Oggi più che mai è fondamentale diffondere la consapevolezza sull’importanza della donazione, un gesto che può davvero cambiare la vita a chi è in attesa di una seconda possibilità”. Gianpietro Zanoli ha sottolineato come questi eventi mantengano viva la memoria e sensibilizzino sempre più persone sull’importanza della donazione di organi.

Mario Dometti

LEANDRO MORA 

Modestia e serietà lo hanno caratterizzato

dal mensile parrocchiale “Il Porto”

Utilizzare questo mese il consueto spazio che la Redazione de “il Porto” ci concede, non alla pubblicazione di programmi, relazioni, feste o eventi promozionali, ma per ricordare un uomo che rimarrà nella storia di AVIS, della nostra consorella AIDO in particolare ed anche dell’ADMO, è quantomeno doveroso. L’oratoria, e la prolissità non piacevano a Leandro, sempre essenziale nel suo impegno di volontariato, ma al tempo stesso semplice e lineare nel suo partecipare, con una predisposizione naturale a collaborare e a dialogare. Leandro Mora è stato costantemente un riferimento per le nostre associazioni non solo a livello locale ma anche provinciale e regionale regione, rappresentando quella figura di riferimento ogni associazione deve, o sogna di avere. L’etica pubblica, la passione e l’impegno civile si sono intrecciati con la sua signorilità e con il suo insegnamento. Un “volontario” che non ha mai rifiutato il confronto e non ha mai smesso di trasmettere le sue riflessioni e la sua esperienza alle nuove generazioni.

In questi anni insieme a Serafino Falconi, Vittorio Marconi, Ernesto Freti, Artemisio Belussi ed altri preziosi collaboratori, si sono fatte con Leandro tantissime battaglie; battaglie lucide, concrete, mai fine a se stesse ma con l’obiettivo concreto di promuovere la donazione del sangue e portare al successo i trapianti come possibilità di “salvare la vita” a persone affette da particolari malattie.  Tutto ciò ha contribuito a dare maggior respiro alle aspettative sia dei malati che dei medici interessati ad offrire la cura più adeguata.

Persone come lui sono sempre più rare e la scomparsa di Leandro Mora è una grandissima perdita soprattutto in un momento in cui si fa sempre più rara nelle persone la volontà di dedicare con gratuità il proprio tempo ad attività a favore del prossimo ed il volontariato sta attraversando momenti di modificazione e qualche volta, di disorientamento e diffidenza.

Il patrimonio umano che Leandro lascia è un bene prezioso. La modestia che ci ha indicato e che è stata la colonna sonora di gran parte della sua vita, sarà per tutti noi che lo abbiamo avuto come compagno di viaggio, un modo per valorizzare la nostra vita e l’azione di ogni giorno ed un modo per sentirlo ancora più vicino. La serenità che si leggeva noi suoi occhi e quel suo sorriso saranno per noi incitamento, sostegno e coraggio per continuare, ciascuno nel proprio ambito, la propria battaglia in difesa e per la promozione della vita.

CIVIS 

Leandro Mora

Leandro Mora iscritto all’AVIS Sarnico dal 1968 – ha donato 80 sacche di sangue – dal 1970 ininterrottamente presente nel Consiglio Direttivo (ha abbandonato con grande senso di responsabilità nel 2013, per lasciare il posto ai giovai) ed attualmente collaboratore attivissimo della segreteria.

Presidente del gruppo intercomunale AIDO  di  Sarnico,  ruolo  che  ha ricoperto  ininterrottamente  PER  25 anni. Per tantissimo tempo è stato inoltre consigliere provinciale, per 8 anni consigliere regionale e per 19 ha ricoperto la carica di vicepresidente vicario provinciale a supporto presidente Leonida Pozzi. Ha contribuito alla creazione dell’ADMO. A gennaio di quest’anno l’Amministrazione Comunale gli ha conferito l’onorificenza del “San Mauro d’oro”.

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