Da l’Eco di Bergamo
Lezioni di vita e pronto soccorso a cielo aperto. In una sola mattinata ben 500 studenti bergamaschi sono stati formati all’uso del defibrillatore.
È successo ieri, in Città Alta, nell’ambito della 9ª edizione di ViVa!, l’iniziativa promossa da Areu, l’Agenzia regionale per l’emergenza-urgenza, dedicata all’insegnamento delle manovre di rianimazione cardiopolmonare con l’utilizzo del defibrillatore e rivolta agli alunni delle scuole superiori bergamasche. Il corso Blsd laico, Basic life support and defibrillation, ha coinvolto gratuitamente 500 studenti delle classi quinte degli istituti di secondo grado, che si sono cimentati con il massaggio cardiaco sui manichini. «Con questa giornata, sommata a quelle organizzate negli anni precedenti, abbiamo raggiunto quota 3.500 alunni delle scuole superiori bergamasche ufficialmente abilitati a effettuare, in caso di arresto cardiocircolatorio, le manovre di rianimazione cardiopolmonare comprensive dell’utilizzo del defibrillatore», ha spiegato Elena Rottoli, coordinatore infermieristico Areu-118 Bergamo.
L’evento, che s’è confermato un successo in termini di partecipazione dei giovani, curiosi, stimolati e ricettivi nell’apprendere le manovre di rianimazione, ha visto in campo l’Università, l’Ufficio ambito scolastico, il Comune e la Provincia.
La parte formativa è stata affidata agli istruttori delle organizzazioni di volontariato locali, ovvero Anpas, Fvs, Faps e Cri. Dopo la lezione frontale nell’Aula Magna dell’Università in Sant’Agostino, i giovani si sono distribuiti in 100 postazioni, collocate nel parco, dove hanno appreso le manovre pratiche sulla rianimazione cardiopolmonare.
Mentre Aido, Avis e Admo, presenti anche quest’anno con i loro gazebo, hanno colto l’occasione per sensibilizzare i giovani alla donazione.
«Nell’anno della Capitale della Cultura, è ancora più importante e necessario lanciare questomessaggio, coinvolgendo i ragazzi in lezioni di vita e pronto soccorso a cielo aperto – ha aggiunto Rottoli –. Ogni anno, in Italia, circa 60mila cittadini muoiono in conseguenza di un arresto cardiaco, spesso a insorgenza improvvisa. Le possibilità di prevenire questo danno dipendono dalla rapidità e dall’efficacia delle procedure di soccorso, riassumibili nella corretta applicazione della Catena della Sopravvivenza.
Un intervento tempestivo e corretto contribuisce a salvare fino al 30% delle persone colpite. È assolutamente necessario che le tecniche di base di rianimazione cardiopolmonare diventino un bagaglio di conoscenza comune e diffusa, a partire dalle nuove generazioni».
D. Am.
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