50° del primo prelievo di rene a Bergamo
Nel 1972 il primo prelievo di rene agli allora Ospedali Riuniti Una toccante cerimonia insieme all’Aido
Bergamo 26 novembre 2022
Il 22 novembre 1972 agli “Ospedali Riuniti” di Bergamo venne effettuato il primo prelievo di rene da donatore cadavere. L’organo prelevato venne utilizzato per trapianto in una persona in dialisi permettendogli così di liberarsi dalla dipendenza trisettimanale da una macchina per depurare il suo sangue, il tutto accadde in un momento in cui di donazioni e trapianti se ne parlava poco o nulla.
Aido Provinciale Bergamo nel giorno della memoria del nobile gesto di un diciottenne di Brembate che, mezzo secolo fa, permise ad un’altra persona di poter tornare a sorridere alla vita, non vuole focalizzarsi solo sul passato, ma partendo proprio dal ricordare quanto è accaduto, adoperarsi per creare, con consapevolezza, un futuro più giusto.
«È proprio partendo da questa certezza – conferma Monica Vescovi, presidente provinciale di Aido Bergamo – che il Consiglio che presiedo, ha deciso di commemorare questa data, una tappa importante nella storia dei trapianti perché rese coscienti della possibilità di restituire una vita normale, staccata dalle macchine della dialisi. Un evento che non possiamo di certo ignorare, così come non va dimenticato il giovane donatore. Da qui la volontà nostra, in collaborazione con il centro di coordinamento dei prelievi e trapianti di organi dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, di commemorare nel modo migliore questo importante avvenimento e di ribadire l’impegno di Aido nell’educare la comunità e soprattutto le nuove generazioni, alla consapevolezza della solidarietà, al valore del dono, alla cultura della corresponsabilità e dell’integrazione come premesse alla donazione di parte di sé».
Sono passati 50 anni dal primo prelievo di rene agli allora Ospedali Riuniti di Bergamo eseguito dall’équipe chirurgica di Milano dove poi avvenne il trapianto. Il primo trapianto di rene a Bergamo venne fatto nel1989. A donare l’organo il 22 novembre 1972, fu Tiziano Sordelli di Brembate Sotto, un giovane di 18 anni investito da un furgone.
Un evento ricordato sabato con una toccante cerimonia all’Asst Papa Giovanni XXIII. Erano presenti l’attuale coordinatore dei prelievi e trapianti Sergio Vedovati con l’infermiera Claudia Zucchinali e il suo predecessore Mariangelo Cossolini, la presidente di Aido provinciale Bergamo, Monica Vescovi, con i suoi vice Gianpietro Zanoli e Franco Cometti, il sindaco di Brembate Mario Doneda, Silvia Sordelli e Luigi Rocca rispettivamente sorella e cognato del donatore Tiziano Sordelli.
Vedovati nel suo intervento ha voluto sottolineare l’importanza del lavoro di Aido non solo per i prelievi di organi, ma anche di tessuti e cellule che, pur non facendo notizia, sono estremamente importanti nel ridare qualità di vita a tante persone: «Per alcune patologie il trapianto è l’unica cura possibile. E serve per questo la disponibilità di organi».
«Ho avuto la possibilità di vivere varie vite – testimonia Giovanni, trapiantato due volte di rene in attesa del terzo – e ho ricevuto tanti doni: la vita innanzitutto, e l’attenzione di tante persone. Ringrazio tutti i medici che con il loro impegno cercano di migliorare di più la nostra vita».
«I due anni di pandemia è indubbio che ci hanno resi forse meno invogliati a fare determinate cose – conclude Monica Vescovi –. Ascoltando le varie testimonianze ci siamo invece resi conto che è necessario continuare con crescente entusiasmo a fare quello che facevamo prima, e ancora di più, sul nostro territorio».
«Non voglio ricordare il 22 novembre – ha detto Luigi Rocca – come il giorno nel quale Tiziano perse la vita, ma quello in cui i nostri Mario e Regina – padre e madre di Tiziano – hanno regalato a un uomo e una donna, l’opportunità di vivere, custodendo dentro di loro una parte di Tiziano». Il pomeriggio si è concluso con la celebrazione della Messa nella chiesa dell’Asst Papa Giovanni XXIII.
Mario Dometti