TARGA RICORDO AL FONDATORE A.I.D.O.
GIORGIO BRUMAT
![Giorgio Brumat stringe la mano al Presidente della Repubblica Sandro Pertini](https://blog.aidobergamo.it/wp-content/uploads/2021/05/TragaFondazioneAidoMonterosso1.jpg)
DA L’ECO DI BERGAMO 13 novembre 2011
Chi l’avrebbe detto che quella piccola associazione, nata nel magazzino di un panificio del Monterosso, avrebbe fatto tanta strada. Si chiamava D.O.B., ora è nota a tutti come A.I.D.O. e raggruppa le migliaia e migliaia di iscritti che sostengono al causa della domazione di organi.
La Dob – Donatori organi Bergamo – fu fondata il 14 novembre del 1971 da Giorgio Brumat. Una figura storica, non solo per la nostra città e per tutta la terra Bergamasca. A lui è stata in particolare dedicata la cerimonia che si è tenuta domenica mattina, 13 novembre, nella piazzetta di via Galileo Galilei al Monterosso di Bergamo, davanti a quel magazzino che fu la prima sede e di fronte alla lapide commemorativa proprio del cav. Brumat.
Brumat aveva iniziato ad appassionarsi – era il 1971, l’epoca dei primi trapianti – ai problemi di chi avrebbe potuto vivere solo grazie alla donazione di un organo. Una passione, quella di Brumat, che ha creato qualcosa di grande.
![](https://blog.aidobergamo.it/wp-content/uploads/2021/05/Pertini-Brumat.png)
Ci ha avuto il piacere di conoscerlo lo ricorda come un uomo di grande passione, di grande coraggio ma anche capace di scherzare. Spesso, quando gli presentavano qualcuno, lui stringeva la mano e diceva: «Piacere, sono Brumat: Bru come brutto e Mat come matto».
A quell’uomo, «brutto e matto», che ha saputo creare un’associzione che ha salvato decine di migliaia di vite, sono stati dedicati i ricordi di tutti: a partire dal presidente regionale dell’Aido, Leonida Pozzi, che di Brumat ha letto alcuni scritti.
Per l’occasione erano presenti 80 labari dei gruppi Aido provinciali. Anche l’ultimo nato, anzi rinato: il gruppo rionale del Monterosso (cui fanno capo anche Conca Fiorita, Valtesse e Valverde), guidato da Sebastiano Serughetti, un giovane di 23 anni che ha sposato la causa della donazione. Il nuovo labaro – che riporta il nome di un giovane donatore – è stato benedetto per l’occasione.